Posts Tagged ‘ camouflage

Begadi Ultralight Ghillie

Una ghillie suit “a foglie” leggera e poco ingombrante, proposta dal sito Begadi

 

Recon Nine Evade Backpack

Lo zaino Recon Nine Evade Backpack è il risultato dell’esperienza diretta di Helm Ashiblie, il fondatore della ditta Alpha One Niner, e dei suggerimenti raccolti nel forum americano EDC.
Ha diverse caratteristiche interessanti ed i materiali usati sono robusti (Cordura 500D) ma leggeri.

Evade backpack

L’Evade Backpack è uno zaino con una capienza di 27 litri ed un peso di circa 1400 grammi.
E’ disponibile in diversi colori e modelli mimetici, quello di queste foto è nel pattern Kryptek Typhon.

Evade backpack

Lo schienale e gli spallacci sono imbottiti e confortevoli.
Le cinghie possono essere “raccolte” e ripiegate con delle fascette elastiche per avere così il minimo ingombro.

Evade backpack

Evade backpack

Su entrambi i lati dello schienale ci sono due ampie zip con le quali si accede ad uno scomparto rivestito all’interno con del velcro.
E’ un posto adatto per metterci una fondina in nylon o cordura fissandola proprio al velcro.

Evade backpack

Sui lati dello zaino troviamo due tasche elastiche utili per tenere al sicuro ma a portata di mano un paio di borracce.
In questa foto si può vedere anche la clip per stringere il profilo dello zaino riducendone lo spessore.

Evade backpack

La zip più esterna permette di accedere a diverse tasche interne che permettono di suddividere ed organizzare il contenuto.
L’elastico esterno è d’impaccio nell’aprire completamente questa zip ed il produttore suggerisce come opzione di ridurre da 7 a 5 i punti di aggancio nella parte frontale, in maniera da tenere comunque la corda elastica senza eliminarla del tutto, ma lasciando libera la parte alta dello zaino.

Evade backpack

Evade backpack

In alto troviamo una piccola tasca di rapido accesso, uno scomparto comodo per il portafoglio, una torcia, il passaporto se siamo in aeroporto…

Evade backpack

La tasca posizionata in mezzo si apre a conchiglia e nella parte esterna ha due scomparti a rete chiusi da zip.
I d-ring in alto sono pensati per l’aggancio di tasche opzionali chiamate Matroskya, prodotte sempre dalla Alpha One Niner.
L’interno rosso delle tasche può essere usato per fare segnalazioni in caso di emergenza.

Evade backpack

Evade backpack

La tasca posteriore, quella più vicina allo schienale, è leggermente imbottita per proteggere un eventuale laptop (fino a 17″) e con ulteriori scomparti per un tablet, una rivista, dei documenti…

Evade backpack

La maniglia superiore dell’Evade Backpack è rinforzata ed imbottita.
Le zip esterne si aprono grazie a cinghiette non metalliche, e quindi meno rumorose.

Evade backpack

Lo zaino è pratico e comodo, resta ben aderente alla schiena.
Personalmente avrei preferito la tasca in mezzo più ampia, magari sacrificando quella pensata per il laptop, ma per il resto è sicuramente uno zaino da non sottovalutare.

Evade backpack

Cabela’s ColorPhase, una rivoluzione nel mimetismo?

Cabela’s, il noto negozio americano di materiale per la caccia e l’outdoor, ha recentemente presentato una interessante novità per quanto riguarda il mimetismo.
Sfruttando una tecnologia che permette al colore di variare in base alla temperatura, ha stampato alcuni capi di abbigliamento che possono essere indossati in diverse stagioni. Il colore predominante, infatti, cambia (intorno ai 18°C) da marrone a verde e questo consente di avere un unico pattern mimetico che si adatta alla stagione.

Cabela's ColorPhase

Il video qui sotto mostra bene il funzionamento.
L’unico dubbio che mi lascia riguarda il calore corporeo: può influenzare il cambiamento del colore anche la persona che sta indossando quel capo di abbigliamento? Questo è un punto da tenere in considerazione, ma si tratta comunque di una novità molto interessante.
Cabela’s ha pensato al mondo della caccia, proponendo questa soluzione, ma credo sia un’invenzione da non sottovalutare neanche per utilizzi tattici. Cosa ne pensate?

UF PRO Striker Greenzone BDU

UF PRO è una ditta slovena che commercializza alcuni capi dalle caratteristiche davvero interessanti. Il completo Striker mostrato nelle foto di questa recensione è composto da una giacca con diverse tasche e un ampio cappuccio e un paio di pantaloni che completano il set.
E’ disponibile in due diversi pattern mimetici. Questa è la versione in Pencott Greenzone.
Maggiori informazioni si possono recuperare dal sito ufficiale: UF PRO

UF PRO Striker Greenzone Jacket
La giacca del completo Striker non ha imbottitura ed è pensata per poter essere indossata sopra ad altri capi di vestiario.
Il tessuto è un robusto NyCo con tessitura rip-stop. E’ un capo robusto e, grazie al pattern Greenzone, molto efficace in termini di mimetismo.
La chiusura della giacca consiste in una cerniera coperta da una patta di tessuto che si fissa con del velcro. Tutte le tasche sono invece chiuse con delle zip e all’interno hanno dei piccoli comparti per organizzare la meglio il contenuto, specie se si tratta di oggetti piccoli.
Le tasche pettorali si possono aprire da entrambi i lati, in maniera tale da renderle più versatili e facilmente accessibili.
Internamente alla giacca, nella zona delle spalle, troviamo degli inserti leggermente imbottiti. Questi permettono di distribuire meglio il peso di un eventuale zaino, chest rig o body armour. Nella zona lombare, sul retro della giacca, è stata aggiunta un’ulteriore piccola tasca.
Sui fianchi, invece, ci sono due ampie zip per permettere una maggiore ventilazione in caso di caldo eccessivo.

IMG_2972

IMG_2978

IMG_2989

IMG_2974

IMG_2975

IMG_2983

IMG_2981

IMG_2980

IMG_2979

IMG_2984

IMG_2985

IMG_2988

UF Pro Striker Greenzone Pants
I pantaloni del completo Striker mantengono le ottime caratteristiche della giacca, sono robusti e funzionali.
Due pannelli elastici sul cavallo e appena sotto la vita conferiscono a questo capo una mobilità assoluta, vestono in maniera davvero comoda e assecondano i movimenti.
Anche qui tutte le tasche sono chiuse da zip per renderle più silenziose. Sulle ginocchia sono stati ricavati dei compartimenti per poter inserire delle protezioni e ci sono due passanti, proprio sopra alle tasche posizionate sui fianchi, per poter inserire delle tourniquet.
Nella stagione fredda è possibile inserire all’interno dei pantaloni uno strato in windstopper, per renderli molto più confortevoli!

IMG_2990

IMG_2992

IMG_2991

IMG_2995

IMG_2996

IMG_2993

IMG_2993

IMG_2998

IMG_2999

Pencott Greenzone camo pattern
I pattern mimetici creati dalla Pencott, nelle sue (per ora) 4 varianti, sono tra i più efficaci fra quelli attualmente in commercio.
Il modello Greenzone si adatta molto bene a zone boschive e aree verdi e grazie al suo particolare disegno e alla disposizone delle macchie chiare e scure simula al meglio le luci e le ombre della vegetazione, spezzando in questa maniera la sagoma umana. E’ un pattern a 4 colori, il più scuro dei quali è un marrone. Riesce a confondersi molto bene sia in zone in luce che in quelle in ombra. Le foto qui sotto mostrano come sia efficace già a pochi metri di distanza. Sono state scattate da circa 5-6 metri e il profilo della giacca posata a terra riesce a percepirsi soprattutto per l’ombra che crea, mentre il pattern mimetico la rende quasi invisibile.

IMG_2986

IMG_2987

IMG_2971

IMG_3001

IMG_3002

IMG_3003

IMG_3005

Sniper Veil

Lo “Sniper Veil”, una sorta di sciarpa a rete di dimensioni variabili, è uno degli accessori più utili ma spesso sottovalutati.
Lo si trova facilmente in commercio,  ce ne sono di svariati modelli che si differenziano per misure (dai più piccoli che coprono la testa fino ad arrivare a quelli più grandi che possono coprire tutto il corpo), materiali e colori (verde, tan o diversi pattern mimetici).
Lo sniper veil occupa poco spazio perchè si comprime facilmente, ma è davvero versatile: si può usarlo per mimetizzare la testa e le spalle cammuffando la tipica sagoma del corpo umano, nascondere la sagoma dell’arma o di uno spotting scope in un OP, usarlo disteso su una finestra per impedire che dall’esterno si riesca a vedere dentro alla stanza… le sue applicazioni sono davvero molte!
Qui sotto alcune foto, provenienti da diverse zone del mondo,  che mostrano come un semplice sniper veil possa fare davvero molto riguardo alla mimetizzazione personale. Tenetene conto quanto preparate il vostro equipaggiamento!

sniper veil

sniper veil

sniper veil

Recon Ghillie by UK Sniper Systems

Recon Ghillie Suit

UK Sniper Systems è una ditta inglese che commercializza una ghillie suit molto interessante.
Leggera, modulare e versatile, è composta da tre parti principali: testa, spalle e schiena, che possono essere staccate e usate anche indipendentemente l’una dall’altra. Per facilitare il trasporto si possono riporre nelle apposite sacche in maniera da occupare poco spazio.

La parte che va a coprire la testa nasconde efficacemente anche la nuca.
Indossarla è molto semplice anche avendo un elmetto o un boonie hat: la chiusura, infatti, è elastica. Nella foto si possono notare le asolete in paracord per poterla fissare al coprispalle.

La parte posteriore, che copre la schiena, rende il modello Recon una ghillie quasi completa, perchè con testa e spalle riesce a mimetizzare metà corpo. Lascia però libere le gambe (è un punto a favore per la libertà di movimento). Si fissa al coprispalle tramite paracord.
Questa parte della ghillie può anche essere usata per nascondere parte dell’equipaggiamento o per migliorare un OP, per mimetizzare l’arma, come telo sul quale smontarla… E’ davvero una parte con molti usi!

Il coprispalle, assieme al cappello, è una delle due parti della Recon Ghillie più importanti perchè vanno a “rompere” la tipica sagoma del corpo umano, facilmente riconoscibile. Si indossa facilmente e si chiude sul davanti con delle clip in plastica.

L’efficacia del mimetismo di questa ghillie è visibile in questa foto: la parte che va a coprire la testa è appoggiata su un prato con erba bassa e non è semplice distinguerla, tende a diventare un tutt’uno con lo sfondo. Provate a immaginarla in un bosco o con una vegetazione più fitta!
L’idea di partenza della UK Sniper Systems (idea giusta ed azzeccata) è stata quella di partire con una base chiara e scurirla leggermente ma senza esagerare. Uno sniper può sempre aggiungere vegetazione locale e scurirla a seconda delle necessità ma sul campo è difficile, se non impossibile, schiarire una ghillie!