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Water One Pure2Go

Il kit Pure2Go proposto dalla ditta Statunitense WaterOne è un sistema completo per potabilizzare l’acqua durante un trekking o in caso di emergenza. Non è il classico filtro perchè il sistema integrato all’interno non blocca – ma uccide – virus e batteri.
Il Pure2Go è disponibile in due diversi kit. Quello mostrato nelle foto di questa recensione è il più completo e viene spedito con una comoda borsa che contiene tutte le varie parti.
In Europa è distribuito dal sito www.pure2gouk.co.uk


Il cuore del kit è il purificatore Pure2Go.
E’ un sistema leggero, non troppo ingombrante, che può essere utilizzato da solo o assieme alle altre parti del kit che andremo poi a mostrare.


Il beccuccio dal quale si beve è protetto da un tappo fissato con una piccola striscia in gomma, in modo da non perderlo.

La parte opposta, quella che va a contatto con l’acqua da depurare, è dotata di un filetto per poterci fissare una bottiglia o una tasca di idratazione.

Il Pure2Go ha un sistema di filtrazione a 3 stadi.
La prima sezione è una membrana che impedisce alle particelle più grosse, fra le quali i protozoi responsabili della Giardia, di passare. La seconda sezione è un filtro a carboni attivi.
La terza contiene il sistema brevettato dalla WaterOne, il ViroBac, che uccide batteri e virus.
Il Pure2Go ha una vita utile di più di mille litri ma si possono acquistare a parte le varie sezioni.



All’interno di entrambi i kit proposti (Pure2Go kit e Traveler’s kit) è presente una piccola sacca da circa 0,7lt da collegare alla parte filettata.
Così facendo possiamo riempire la sacca e bere quando vogliamo, senza dover restare per forza vicino alla fonte d’acqua.



Nel kit completo è inclusa anche una sacca di idratazione della Source.
L’idea è quella di appendere la sacca ad un ramo, o comunque in una posizione più alta rispetto al Pure2Go, e lasciare che la gravità faccia il resto.
Si può anche fissare il purificatore “a valle” di qualsiasi sistema di idratazione utilizzando uno dei tubi in gomma compresi nella confezione.



Una pratica clip in plastica bianca permette di regolare il flusso d’acqua che vi passa attraverso, o di bloccarlo del tutto.

Il kit comprende una pompa manuale con la quale è possibile attingere a dell’acqua anche se questa è in un punto scomodo o poco pratico. Basta collegare i due tubicini flessibili (uno con un piccolo filtro a rete nel punto a contatto con l’acqua da rendere potabile, l’altro in entrata al Pure2Go).
La stessa pompa può poi essere usata per fare un controlavaggio al Pure2Go, per pulirlo con dell’acqua pulita dopo l’utilizzo.

Bubi Bottle

L’acqua è un elemento essenziale da avere nel proprio zaino quando si va a fare un’escursione.
Ci sono moltissimi contenitori per poterla trasportare in maniera comoda, dalle semplici bottiglie, alle borracce, passando per le sacche di idratazione tipo Camelbak o Source. Il problema delle bottiglie o delle borracce rigide è che quando sono vuote continuano comunque ad occupare lo stesso spazio. Le sacche di idratazione, al contrario, si appiattiscono una volta esaurita l’acqua ma risultano un po’ più scomode se ad esempio dobbiamo riempire un pentolino per farci da mangiare o abbiamo la necessità di usare l’acqua contenuta al loro interno senza però usare il tubo di cui sono dotate.
Le bottiglie del marchio Bubi sembrano nate proprio per colmare questo difetto, cercando di prendere i pregi dell’uno e dell’altro sistema.
Bubi Bottle
Le Bubi Bottle sono costruite in silicone “BPA free”, sono disponibili in diversi colori e con una capacità di 14oz e 22oz (rispettivamente 400ml e circa 650ml).
Possono essere lavate in lavastoviglie e messe in microonde, possono contenere senza problemi liquidi bollenti o essere lasciate in congelatore.
Bubi Bottle
Bubi Bottle
Il tappo standard è in plastica rigida della stessa colorazione del corpo della bottiglia.
Come accessorio è disponibile anche un tappo che la ditta chiama “sport” con cui bere senza dover svitare nulla
Bubi Bottle
Sul fianco della bottiglia c’è un moschettone per poterla agganciare all’esterno di uno zaino o assicurarla a qualche cinghia se abbiamo paura di perderla durante la marcia.
Bubi Bottle
Sul collo della bottiglia c’è una parte in plastica rigida che permette di avvitare il tappo (altrimenti non starebbe in posizione sul corpo in silicone morbido!). Questa serve anche per “dosare” l’acqua in maniera più controllata.
Bubi Bottle
Bubi Bottle
La particolarità delle bottiglie Bubi è che si possono arrotolare, quando sono vuote, riducendo così lo spazio che occupano.
Il moschettone qui ha una doppia funzione che è proprio quella di tenerle chiuse e compatte.
Bubi Bottle
Bubi Bottle
Le Bubi Bottle sono una bella invenzione, sono robuste e quando sono vuote occupano poco spazio. Possono essere utilizzate come contenitore stagno per piccoli oggetti che devono restare protetti e all’asciutto.
Non sono però esenti da qualche piccolo difetto: la bottiglia tende ad accumulare un po’ di sporcizia (polvere, piccole particelle di sporco) che si attaccano all’esterno.
Il fondo della bottiglia, poi, è morbido e leggermente convesso e perciò non sempre si riesce a farla stare in piedi.
Per come la vedo io i pregi superano i difetti ed il loro prezzo è abbastanza contenuto.
Con una modica spesa possiamo avere una borraccia che ci accompagnerà per molto tempo nelle nostre uscite!
Bubi Bottle

Scrubba Washbag

Nei viaggi di più giorni o nei trekking più impegnativi arriva il momento in cui si sente la necessità di avere un ricambio pulito da indossare. In città e più generalmente nelle zone urbane il problema può essere facilmente superato con le lavanderie o al limite sfruttando il lavandino del bagno della camera d’albergo.
Al di fuori dell’ambiente cittadino la questione diventa un po’ più complicata ed ecco quindi che Scrubba, un’invenzione che arriva dall’Australia, può fare davvero la differenza.

Scrubba Washbag

Scrubba è stata pensata per poter lavare piccole quantità di indumenti in poco spazio e senza sprecare troppa acqua.
E’ una sorta di sacco stagno con un lato trasparente ma all’interno ha una parete dotata di piccole “punte” arrotondate sulle quali sfregare gli indumenti per poterli lavare con più facilità.

Scrubba Washbag

Particolare della parete interna della Scrubba.
Il lavaggio avviene con un’azione meccanica tramite la forza delle braccia, proprio come si faceva una volta.
Sul sito ufficiale c’è anche una pratica guida che ne spiega l’utilizzo.

Scrubba Washbag

La Scrubba occupa poco spazio, una volta ripiegata, ed il peso è di circa 140 grammi.

Scrubba Washbag

Le istruzioni di utilizzo sono stampate sull’esterno anche se sono estremamente semplici.
Basta inserire gli indumenti con acqua e detersivo, chiudere la Scrubba facendo uscire l’aria in eccesso e sfregare un paio di minuti (la ditta produttrice suggerisce come tempi indicativi 30 secondi per una sciaquata veloce e 3 minuti per un lavaggio profondo). Alla fine si risciacqua il tutto e si appendono i vestiti ad asciugare.

Scrubba Washbag

Sulla parte frontale sono stampati anche i livelli che indicano quanta acqua inserire in base alla quantità di indumenti da lavare.

Scrubba Washbag

La Scrubba, proprio per le sue caratteristiche, può essere utilizzata anche come un sacco stagno per proteggere il contenuto dall’umidità. Due usi in uno, il che ci aiuta a ridurre il peso all’interno del bagaglio.

Scrubba Washbag

La parte più delicata è la valvola esterna per fare uscire l’aria.
Le sue dimensioni sono però molto contenute, e questo riduce le possibilità che si impigli e venga strattonata per sbaglio.

Scrubba Washbag

La Scrubba è un accessorio pratico e utile. Aiuta a lavare con poca acqua e poco detersivo gli indumenti personali durante un viaggio di più giorni. Non è certo come avere il bucato fatto da una lavatrice ma è più comodo che fare tutto a mano!

Scrubba Washbag

Steripen Adventurer Opti

Nei lunghi trekking (come nei viaggi in zone particolari del mondo) uno dei problemi maggiori è il rifornimento d’acqua potabile.
Trovare punti in cui l’acqua risulti pulita e sicura da bere non è sempre facile e per questo bisogna ricorrere a sistemi per filtrarla e purificarla. Steripen ci viene incontro con l’Adventurer Opti, una piccola e ingegnosa soluzione per rendere l’acqua potabile attraverso l’utilizzo di una luce ultravioletta per “inattivare” germi e virus.

Con delle dimensioni e un peso contenuti, la Steripen Adventurer Opti è un sistema portatile per potabilizzare l’acqua indicato per chi ha bisogno di ridurre al minimo l’ingombro del proprio equipaggiamento.
E’ venduta assieme ad una morbida custodia che la protegge durante il trasporto.

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Steripen Adventurer Opti

Un coperchio in plastica rigida protegge da urti e graffi la luce ultravioletta della Steripen quando non in uso.
Si fissa a pressione semplicemente premendo il coperchio contro il corpo della steripen e la tenuta è molto forte. La parte opacizzata serve per diffondere la luce bianca del piccolo led sotto alla lampada UV, che può servire così come torcia di emergenza (basta tenere premuto il pulsante di accensione per 3 secondi).

Steripen Adventurer Opti

Steripen Adventurer Opti

Il funzionamento della Steripen Adventurer Opti è semplice: un clic per 1 litro d’acqua o 2 click per mezzo litro. A questo punto si accende il piccolo led in modalità lampeggiante e quando la luce UV viene immersa nell’acqua si attiva.
Basta agitare l’acqua mescolando con la luce UV nella borraccia (sono indicate, proprio per questo bottiglie a collo largo tipo Nalgene) e in 90 secondi rende sicuro 1 litro d’acqua. La luce UV rende inattivi gli organismi patogeni presenti nell’acqua (non li uccide, li rende “inoffensivi”).
Il problema è che questo sistema non filtra l’acqua da eventuali sostanze in sospensione o da fango… ci vuole un prefiltro che però aggiunge altro peso.

Steripen Adventurer Opti

Steripen Adventurer Opti

Il sistema proposto da Steripen è leggero e comodo, facile da usare. Ha alcuni limiti, però, come ad esempio il fatto che non filtra l’acqua dalla sporcizia che può esserci in un fiume, come fanno invece i filtri veri e propri. Ma i punti a favore, secondo me, lo rendono un sistema da non sottovalutare.

Bottiglia ripiegabile Vapur

Controllare la propria idratazione, specialmente quando si stanno facendo delle escursioni, è una cosa di fontamentale importanza.
Ci sono diversi sistemi per avere acqua al seguito, dalle classiche borracce rigide ai sistemi tipo Camelbak. La ditta americana Vapur, però, propone delle borracce morbide che una volta svuotate si possono ripiegare in poco spazio.
Il modello presentato in questa recensione è l’Element in colorazione “Fire” da 0.7lt.
La caratteristica che salta subito all’occhio, nelle bottiglie Vapur, è la clip in materiale plastico fissata al coperchio. Questa ha la doppia funzione di assicurare la bottiglia ad uno zaino o ad altre attrezzature e quella di tenere arrotolata la borraccia, una volta vuota.
Quando non in uso, e arrotolota su se stessa, occupa davvero poco spazio.
Il materiale, esente da BPA, è molto resistente (la ditta calcola una vita media di circa 3 anni, a seconda dell’utilizzo) ma il costo è contenuto.
Può anche essere lavata in lavastoviglie senza problemi.
Utilizzo questa bottiglia quasi quotidianamente e con molta soddisfazione sia negli spostamenti “urbani” che nelle escursioni. Al contrario di una borraccia rigida questa permette di vedere quanto liquido rimane all’interno e la sua morbidezza le permette di piegarsi leggermente per adattarsi allo zaino. La sua forma le consente inoltre di restare in piedi sia piena che vuota (anche se da vuota preferisco arrotolarla per rispamiare spazio).

Vapur bottle

Vapur bottle

Vapur bottle

Vapur bottle

Vapur bottle

Vapur bottle

Vapur bottle